Fallaci speranze dell’Europa

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Il primo nucleo europeo (Comunità del Carbone e dell’Acciaio) nacque per garantire la pace tra fratelli cristiani, ma nemici (Francesi e Tedeschi).

Tuttavia ben presto l’interesse maggiore per allargare l’unione fu il benessere economico e questo miraggio creò subito una forbice tra privilegiati e sfruttati, incrinando la solidarietà sociale. Poi l’avidità del guadagno spinse gli operatori economici verso la speculazione finanziaria sempre più spregiudicata, sull’esempio di quanto avveniva negli Stati Uniti.

Giovanni Paolo II mise in guardia con moniti severissimi contro questa deriva, ma non fu ascoltato e così gli Statunitensi ci precipitarono nel 2008 in una grande crisi finanziaria e nella disoccupazione come nel 1929. Invece di rimettersi al lavoro con un vero spirito di cristiana solidarietà, l’Europa si mise nelle mani dei banchieri, i nuovi maghi.

Benedetto XVI ribadì agli Europei, nel 2013, che era sbagliato fondare il rilancio dell’Europa sulla finanza: questa è solo capace di gonfiare nuove “bolle”.

Solo una migliore organizzazione della produzione, del commercio e del lavoro creano migliore socialità e benessere: razionalità e fraternità, non passioni cieche e sfruttamenti miopi ed iniqui.

Don Ennio Innocenti