La Politica Vaticana in Italia dopo il 1945

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L’Italia restò militarmente occupata dagli Americani e dai Britannici fino alla fine del 1947, ma i vincitori incoraggiarono il formarsi di partiti che redassero la Costituzione del nuovo Stato arresosi al vincitore senza condizioni.

Ovviamente i cattolici si fecero avanti, capeggiati da De Gasperi, che era stato, prima della dittatura fascista, il fiduciario di Sturzo, prete d’impostazione politica liberale che guidava il Partito Popolare, successivamente esule in Inghilterra. De Gasperi, però, chiamò il suo nuovo partito Democrazia Cristiana, denominazione non gradita ai Papi del primo Novecento. Nonostante che De Gasperi dichiarasse che il suo partito fosse un “centro che marciava verso sinistra”, il Vaticano lo appoggiò in tutti i modi sia per impedire che la dispersione dei voti   favorisse i comunisti sia per l’illusione che i cattolici prevalendo nel partito lo indirizzassero secondo la dottrina sociale della Chiesa.

Invece il partito di De Gasperi si spinse sempre di più verso sinistra, con l’appoggio di vari sacerdoti (per es. Dossetti) e dopo l’avvento di Giovanni XXIII i comunisti raggiunsero il livello numerico dei democristiani. Sotto Paolo VI i rapporti d’intesa fra democristiani e comunisti crebbero fino a governare insieme sempre con criteri fondamentalmente liberali (divorzio, aborto) con crescente malcontento della popolazione più povera.

Con Giovanni Paolo II tutti e due partiti dominanti crollarono e avvenne una nuova diarchia liberale, una ispirata dal cattolico liberale Prodi coagulante la sinistra, l’altra ispirata dal cattolico liberale Berlusconi che coagulava la destra.

Tutti e due questi poteri crollarono e sotto Papa Francesco vediamo una strana marmellata politica che governa uno Stato ridotto all’ultimo posto degli Stati europei (tutti analogamente liberali), mentre il Papa ammonisce vanamente sul declino demografico europeo e sulla evidenza della crescente emarginazione mondiale dell’Europa (che fino a qualche tempo fa era ancora cristiana), diventata solo strumento del vincitore americano, anch’esso – del resto – in salute poco buona.

Don Ennio Innocenti