L’Ucraina, Bergoglio e Putin

  • di

Dopo il colpo di Stato ucraino (gestito dagli Statunitensi), che subito si è rivelato non solo filoeuropeo, ma apertamente antirusso, Putin ha favorito la secessione della Crimea (senza alcuna violenza) e l’autonomia delle regioni orientali ucraine filorusse (contrastata con la violenza).

In questo contrasto fra cristiani Papa Bergoglio non poteva che incoraggiare la cessazione della violenza.

D’altronde questo contrasto (ora attenuatosi) non può ripercuotersi che nelle relazioni ecumeniche, perché la regione filorussa è interamente ortodossa.

Anzi tale contrasto (alimentato dalle provocazioni americane) si percuote anche nel malessere europeo e specialmente italiano, perché gli Statunitensi hanno obbligato l’Unione Europea ad interrompere per l’intero 2015 importanti relazioni commerciali con la Russia, con immediato danno economico e occupazionale dell’Unione Europea e in particolare dell’Italia e della Grecia.

Perciò la Santa Sede non può che favorire la cessazione di tale contrasto, come vuole Putin in esecuzione degli accordi di Minsk.

Del resto la Santa Sede non può dimenticare che gli Statunitensi appoggiarono bellica mente l’indipendenza del Kossovo e che questo bel risultato ebbe la conseguenza dell’ambizioso sogno della grande “Grande Albania”, ossia uno Stato islamico, che comprenda Albania, Kossovo e Bosnia, nel cuore dell’Europa cristiana, appoggiato dalla Turchia … e solo Putin è in grado di far riflettere beni Turchi su questo incauto sogno.

Don Ennio Innocenti