Scalfari ci ripensa?

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Il vincitore della gara di catechismo (bei tempi… ) diventato maestro di ateismo per anni e anni (ma già questa “ostinazione” faceva la spia di una porta forse socchiusa), lusingato (o forse sconcertato) dalla “corte “cui si china il successore dell’apostolo Pietro, ritorna nell’Espresso sul tema di Dio Creatore con toni in cui è percepibile una novità spirituale. Dice: «Si pone il problema di come emergono nel corso del tempo le varie specie. Con un atto creativo che crea una specie alla volta? Un Creatore indefesso cui non basta la settimana biblica, ma continua a creare attimo dopo attimo una forma diversa da quella precedente e da quella successiva, una Divinità senza scopo alcuno, un motore che agisce senza scopo. Una trascendenza immensa che infonde vita ad esseri ogni volta diversi.

Questo modo di concepire la Divinità esalta la trascendenza fino a limiti estremi, ma introduce anche una spersonalizzazione di questa Divinità. E’ piuttosto un Essere supremo che un Dio padre. Queste domande sono sempre aperte da milioni di anni».

Lasciamo stare “i limiti di estremi della Trascendenza” (dato che Scalfari non è propriamente un metafisico), ma quel che traspare è altro, è la nostalgia del Dio Padre.

Domanda sempre aperta? Porta sempre aperta. Ben nota. Ineludibile.

Don Ennio Innocenti