Ragioni della diplomazia pontificia

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Poiché i credenti in Cristo sono presenti in tutti gli Stati del mondo, è necessario che il Capo della Chiesa mantenga rapporti di vertice con tutti gli Stati, nell’interesse reciproco, sia per evitare o appianare eventuali dissidi tra le Chiese locali e gli Stati, sia per promuovere la collaborazione tra le Chiese e gli Stati e anche per l’armonia tra gli Stati stessi, sempre nell’interesse comune e della pace.

Questi rapporti tra il Capo della Chiesa e gli Stati sono assicurati da ambasciatori che, da parte della Chiesa, sono chiamati Nunzi Apostolici.

Essi sono presenti anche nelle maggior organizzazioni internazionali, come l’ONU o l’Unione Europea.

Questi rappresentanti pontifici hanno assunto un carattere stabile nell’età moderna, con il progredire del carattere secolare degli Stati e delle loro reciproche tensioni che mettevano in pericolo i rapporti tra le Chiese.

Nel Cinquecento ebbe grande importanza la missione diplomatica affidata al Cardinale inglese Reginaldo Pole mirante a conservare il carattere cattolico dell’Europa e la sua conseguente missione mondiale.

Anche nell’Ottocento ebbe grande importanza la missione diplomatica pontificia al Congresso Internazionale di Vienna, con conseguenze ancora vigenti sulle attuali missioni diplomatiche pontificie. Queste sono sempre coordinate coi Vescovi operanti nei vari Stati, ma il loro punto di vista supera quello locale e rispecchia il punto di vista universale proprio della Sede Apostolica Principale.

Don Ennio  Innocenti