Promozione della donna nella Chiesa

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Vediamo che anche nella società ecclesiastica si passa da strutture clericali maschiliste a strutture nelle quali la presenza e la responsabilità delle donne è macroscopica.

Promozione significa avanzamento, progresso, elevazione. Promosso è il bambino da una classe scolastica all’altra, così come il funzionario, il militare o l’ecclesiastico nei gradi delle loro effettive responsabilità.

La promozione umana si riferisce alla condizione sociale degli uomini che dovrebbero favorire lo sviluppo umano ed evitare ingiuste mortificazioni e tensioni tra i componenti sociali.

Giovanni XXIII nella famosa enciclica Pacem in terris propose all’attenzione del mondo la spinta alla promozione sociale della donna e a distanza di 50 anni possiamo dire che la questione femminile ha ottenuto molti riconoscimenti, sebbene i risultati siano molto discussi.

Anche all’interno delle società religiose si è fatta sentire l’esigenza di promuovere la donna a mansioni di responsabilità adatte alle condizioni odierne, ma questo processo è cauto perché implica principi particolarmente delicati.

La religione a che serve? A religare l’uomo con se stesso, con l’universo e con Dio.

Per servire a questo scopo la religione mette in opera delle istituzioni, delle strutture, dei ministeri assai vari, cui abilita persone anche molto selezionate, uomini e donne.  Le religioni antiche hanno talvolta esaltato, talvolta depresso il ruolo della donna nelle strutture religiose, ma ci sono anche esempi che appaiono equilibrati. A Roma, per citarne uno, c’erano alti riconoscimenti religiosi per la donna, sia come vergine sia come madre.

Noi cristiani abbiamo appreso soprattutto dalla Bibbia la chiara rivelazione della pari dignità fra uomo e donna e della complementarietà delle loro funzioni.

Cosa ne è dunque dei compiti delle donne nei servizi necessari nella società religiosa? Certamente anche tra gli Ebrei anche le donne compiono sevizi di tipo liturgico domestico ed esse sono ammesse anche al rabbinato, ossia all’annuncio ufficiale della parola di Dio e alla guida della preghiera nella sinagoga.

In ambito cristiano si notano accentuazioni diverse: nella Chiesa Cattolica si nota che la stragrande maggioranza del servizio di assistenza parrocchiale e di catechesi è formata da donne. Esse sono spesso presenti come docenti in università e come funzionari (anche di alto livello) negli uffici del governo pontificio, ma c’è il limite dell’ordine sacro: esso è stato istituito da Cristo Dio come gli altri sacramenti e non è in dominio dell’autorità umana. Questa non può cambiare i termini fissati dall’autorità divina.

Gli Ortodossi hanno la stessa concezione dei sacramenti istituiti da Dio; invece i Protestanti non hanno questa fede, non ritengono che l’ordine sacro sia un sacramento istituito da Dio e perciò lo organizzano come meglio credono e conferiscono anche alle donne compiti massimi nei servizi religiosi.

Questa decisione, però, non solo compromette il progresso degli accordi ecumenici, ma suscita anche scissioni tra gli stessi Protestanti.

Per questo abbiamo visto che molti Anglicani sono diventati cattolici coi loro pastori, i quali hanno accettato l’intera professione di fede cattolica e la disciplina cattolica, con una eccezione, quella del celibato latino.

Com’è risaputo questa disciplina, pur essendo consigliata dai libri sacri, non è completamente seguita neppure dagli altri riti orientali, i quali mantengono il celibato solo per i Vescovi.

I pastori anglicani divenuti cattolici si sono sottomessi all’ordinazione sacra sacerdotale, ma nessuno di quei pastori anglicani è stato ammesso all’ordinazione episcopale, proprio a causa del celibato.

Questa preclusione femminile al sacerdozio sacramentale è fondata sul comportamento di Gesù, ma le sue ragioni probabili vanno ricercate nel mistero della Redenzione e anche della creazione che implica la relazione del dono reciproco esemplato dal dono del Principio e del Verbo, riprodotto in quello dell’uomo e della donna, sicché, il Nuovo Adamo (Cristo) lo riattualizza, e come lui, con lui che lo continua come vicario,

il sacerdote (che per questo è detto “sposo Chiesa” e somiglianza di Cristo).

Don Ennio Innocenti