Non esagerare le radici culturali islamiche

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Influssi islamici in Europa sono innegabili, se non altro per l’occupazione prolungata delle regioni meridionali di Spagna e Italia, ma quanto a vero progresso culturale dagli islamici non c’è venuto nulla, all’infuori di qualche traduzione e di qualche commento inquinato.

Noi, invece, siamo stati in strettissimo contatto con i Bizantini fino Gregorio Magno (se non addirittura fino a Carlo Magno): poi il Concilio di Lione e soprattutto quello di Firenze riannodarono i canali specificamente culturali (quelli commerciali durarono sempre, specie grazie a Venezia), per non dir niente dei rapporti monastici. Anche dai Bizantini slavi continuò a passare nel mondo latino la relativa cultura. Io stesso, di recente, ho potuto verificare che i Russi possiedono tesori della “Seconda Roma” e, d’altra parte, coi Russi la “Prima Roma” fu sempre in contatto.

Perciò tutti i testi greci noi li abbiamo conosciuti direttamente dai Bizantini; solo poi sono venute le traduzioni arabe e i loro discutibili filtri e commenti dai quali ci siamo dovuti difendere.

Ai Bizantini dobbiamo anche le grandi sintesi giuridiche e diversi modelli architettonici.

Quanto alla pittura, siamo stati dipendenti dai Bizantini fino al Duecento.

In conclusione: influssi islamici ne abbiamo ricevuti, come anche indiani e cinesi, ma le radici culturali sono classiche, greche e latine, e poi cristiane, le quali nutrirono l’intera civiltà europea, anche se oggi questa ha voltato loro le spalle.

Don Ennio Innocenti