L’equivoco della Misericordia

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Papa Francesco cominciò subito a parlare di misericordia e di perdono, ma pochi giorni dopo precisò “s’intende con la contrizione”, ossia col pentimento e col proposito buono.

L’equivoco è consistito nel non sottolineare più quella condizione essenziale, sicché molti pensano che il perdono possa coesistere con la volontà di peccare.

Questa aberrazione è una violazione del principio di contraddizione: volere e non volere nel medesimo tempo e sotto il medesimo aspetto la stessa cosa.

O, sotto altra forma, vorrebbe che la realtà non fosse realtà, invece factum infectum fieri nequit.

C’è un solo modo di annientare il male voluto: volere senza riserve la volontà di Dio, che è assoluta volontà di bene.

Chi vuole ciò che Dio vuole è subito baciato da Dio, e non ha bisogno di Papa Francesco.

Però non è senza significato vero il fatto che Papa Francesco si fa fotografare mentre va dal confessore per chiedere perdono: anzitutto perché non pretende farsi giustizia da sé, ma sottopone sé al rappresentante di Dio; poi perché sa che i suoi peccati hanno in qualche modo offeso la Chiesa, e perciò chiede il perdono anche della Chiesa in quanto amata da Dio. E così Francesco si alza sicuro d’essere in pace, come dice Dante: in Sua voluntate è nostra pace; e ripete, Francesco come noi, “si fatta la tua volontà” e come noi è in pace

Don Ennio Innocenti