L’aquila bicipite

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Mi si chiede perché la Russia esibisca lo stemma dell’aquila con due teste. E la prima risposta è che lo stemma è ereditato, ma bisogna darne il significato.

L’aquila fu simbolo di Giove e poi dell’Autorità Suprema, ma dopo che Gesù distinse l’autorità di Cesare e quella di Dio, fu teorizzata la distinzione nella collaborazione tra l’autorità ecclesiastica e quella civile, organi del medesimo corpo. Ecco perché l’aquila è una, ma con due teste.

I turisti di Roma si fermano a considerare il mosaico d’oro ben visibile nel fianco esterno della Scala Santa, a fronte della Cattedrale Romana, mosaico residuo dell’antico patriarchio che prolungava la basilica costantiniana.

In quel mosaico il Cristo è rappresentato mentre offre a Pietro le chiavi (spirituali) e all’Imperatore il vessillo (unificante). Il mosaico esprime inequivocabilmente ciò che l’aquila bicipite dice con possibile equivoco (l’equivoco gnostico del principio del doppio contrario).

I Russi si sono sempre vantati di avere realizzato la “sinfonia” fra l’Imperatore e il Patriarca e perciò esibiscono quello stemma.

Anzi, accogliendo la leggenda secondo la quale il capostipite della loro autorità deriva dalla famiglia di Augusto, si collegano con Roma, con l’Impero Romano e perciò anche con il mosaico romano evocato in queste righe, senza aver bisogno di altre mediazioni.

Don Ennio Innocenti