La testimonianza dell’Auriga nell’odierna dilagante apostasia dalla fede

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Apostasia, parola desueta, che forse abbiniamo soltanto all’imperatore Giuliano l’apostata, è invece attualissima. Apostasia è il ripudio della propria religione, nella quale siamo nati e abbiamo creduto, che si realizza mediante il rinnegamento e tradimento di Dio.

Dall’Illuminismo ha avuto origine, per la prima volta nella storia, una corrente di pensiero e di prassi atea e materialista.

Rimosso Dio, l’uomo è posto al centro della nuova religione umanitaria, che nega la divinità di Gesù Cristo, la Rivelazione, la Risurrezione, la Creazione, l’origine divina della Chiesa e la Bibbia, considerata una raccolta di eventi naturali mal compresi e di miti.

Questa corrente di pensiero, conosciuta anche come “modernismo” ha definito la religione, come ignoranza, oscurantismo, superstizione, oppio dei popoli, ritenendo la religione stessa una invenzione umana, una immaginazione del subconscio: in altri termini è l’uomo ad essersi inventato Dio. E’ evidente che l’attacco frontale a Dio è atto dell’uomo ingannato dall’essere “menzognero e padre della menzogna” (Gv 8,44), satana, come all’inizio della storia umana lo furono Eva e Adamo.

Il modernismo è entrato anche nella Chiesa ed il Magistero è intervenuto già nel 1907 con Papa Pio X che pubblica l’enciclica Pascendi Dominici Gregis,ove questo pensiero è dichiarato “somma di tutte le eresie”.

Dopo di lui, sull’argomento, il Pontefice Pio XII fa una profezia impressionante: verrà un giorno nel quale il mondo civilizzato rinnegherà il proprio Dio e quando la Chiesa dubiterà come dubitò Pietro: sarà allora tentata a credere che l’uomo sia diventato Dio e nelle chiese i cristiani cercheranno invano la lampada rossa dove Gesù li aspetta.

Papa Paolo VI segnala la sensazione che da qualche fessura sia entrato il fumo di satana nel tempio di Dio; usa l’espressione “dissolvimento della fede” riferita al tempo corrente.  

Durante il lungo pontificato di Giovanni Paolo II dilaga e si afferma la “apostasia silenziosa”, che è considerata il prodotto di un “nuovo totalitarismo”, con  il quale l’uomo si crede  padrone di decidere il bene e il male, il vero e il falso,  ed il Papa vede in ciò il peccato contro lo Spirito Santo, che non sarà perdonato a chi, negando Dio, si chiude alla grazia e  muore senza pentimento.

Sostiene inoltre che questo tempo va letto alla luce del capitolo XII dell’Apocalisse, che descrive il grande segno della donna vestita di sole con una corona di dodici stelle, che stava per partorire e l’altro segno, quello del grande drago rosso che si appresta a divorare il bambino appena nato e che viene rapito verso Dio.  Allora il drago si infuriò contro la donna e andò a far guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservavano i comandamenti di Dio.

Papa Woytila aveva affidato la stesura del Catechismo della Chiesa Cattolica – pubblicato nel 1992 – ad una commissione presieduta dal Card. Joseph Ratzinger, dove, al n. 675, è descritta la prova finale prima della venuta di Cristo profetizzata da San Paolo (2Ts 2,1-4) e San Giovanni (1Gv 2,18-23): “… La persecuzione… svelerà il “mistero di iniquità” sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità…”.  Al successivo n. 676 viene specificato che “l’impostura anti-cristica si delinea già nel mondo ogniqualvolta si pretende di realizzare nella storia la speranza messianica che non può essere portata a compimento che al di là di essa…”.

Nel Catechismo è richiamato sia l’anticristo, (colui che indica se stesso come dio), sia l’impostura religiosa (l’inganno di una religione con l’uomo come dio), sia l’apostasia dalla verità: quest’ultima si sta realizzando in modo quasi inavvertito, soffice, in molte persone, ma chi ha apostatato può ancora ricredersi per non morire da impenitente.

Il Pontefice successivo, Benedetto XVI, interviene sulle correnti ideologiche e le mode del pensiero degli ultimi decenni, che hanno ingannato gli uomini, e sull’astuzia che tende a trarre nell’errore. Definisce il pensiero odierno come una “dittatura del relativismo” che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie. Commenta la parabola evangelica dei vignaioli – i fittavoli – i quali, per impossessarsi della vigna, uccidono gli inviati del padrone compreso il figlio: in senso traslato la vigna è la Chiesa, i fittavoli sono coloro che si ritengono padroni del mondo al posto di Dio. Sappiamo però che l’esito della parabola è ben diverso da quello da essi agognato.

Papa Francesco definisce “colonizzazione ideologica” questo pensiero ateo, nel quale l’uomo si arroga il potere di stabilire nuove regole a proprio piacimento.

Ciò avviene per opera del potere politico mediante le legislazioni nazionali e sovranazionali che abbattono la legge morale divina ed introducono il divorzio, l’aborto, l’eutanasia, e, con la teoria del gender, il matrimonio tra persone dello stesso sesso; con l’utero in affitto aggrediscono la stessa creazione dell’uomo: “E Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò” (Gn 1,27).

Oltre alla  politica,  l’economia e la finanza sono gli altri pilastri dell’odierno ordine mondiale.  La finanza selvaggia ha aggredito singoli Stati impoverendoli, e negli scorsi anni ‘90 è toccato anche all’Italia; poi è arrivata la crisi decennale provocata nel 2007 dai fondi subprime, quindi le agenzie di rating intervengono provvedendo a deprezzare un’economia; infine l’instaurazione dello spread, il rapporto tra titoli italiani e bund tedeschi strangola ancor più il bilancio statale. Se volgiamo lo sguardo in altri continenti  vediamo addirittura situazioni peggiori con guerre alimentate da armamenti prodotti altrove, terrore, morte, fame.

Il terzo pilastro è il potere dei mass media, compreso internet senza regole e la telefonia cellulare, collegati agli altri due, che ci omologano e spiano; si rallegrano quando uno Stato di antica cattolicità si allontana dall’etica cristiana, parlano volentieri della Chiesa se cade qualche prete, mentre tacciono sull’opera di formazione di tanti buoni e corretti cittadini, sulla carità agli ultimi e sulle persecuzioni contro i cristiani nel mondo. Infine ricordiamo il settore dei libri scolastici dove non pochi trascurano la missione di educare gli studenti alla verità e all’obiettività.

Quale dunque deve essere la testimonianza dell’Auriga in tale contesto?

Lo statuto dell’Arciconfraternita di S. Maria degli Angeli dei Cocchieri, Sacra Fraternitas Aurigarum Urbis, all’articolo 2 §1 è esplicito: “… sostenere e ravvivare, alla luce del Vangelo, del Magistero autentico della Chiesa e dell’esempio dei Santi, la coscienza… del prossimo… compiendo personalmente opere caritative, sia spirituali che materiali”. Diffondiamo dunque la verità, che è antica e non nuova, è eterna, portando la vera luce con le parole e la testimonianza di Aurighi saldi nella fede.

L’art. 2 §2 prescrive inoltre che le attività sono rivolte anche verso gli operatori culturali, “aurighi dell’intelletto”, con i quali interloquire secondo quanto abbiamo scritto a proposito dei mass media.

Paolo Vannoni